In questi giorni sono stata un po' assente, lo so, perdonatemi, ma ho una piccola idea in testa che spero possa divertirvi.
So che mi leggete da tantissime parti del mondo e non tutti festeggiate questa ricorrenza, perciò vi auguro con il cuore di passare uno splendido 25 dicembre.
Vi auguro anche non di realizzare tutti i vostri sogni, ma di continuare a sognare. Perché quando questi si saranno realizzati non dobbiate trovare il vuoto, perché in ognuno di noi c'è un universo in espansione.
Con affetto a tutti voi.
Velia
domenica 25 dicembre 2011
giovedì 22 dicembre 2011
LA SAVINA CAYLYN È LIBERA!!!
Gioia e giubilo!!!
Avevo promesso notizie ed eccole: finalmente quelle più desiderate!
Dopo quasi un anno di sequestro oggi l'equipaggio è stato liberato e passerà il Natale a casa.
Una bellissima notizia per terminare l'anno!!!
Avevo promesso notizie ed eccole: finalmente quelle più desiderate!
Dopo quasi un anno di sequestro oggi l'equipaggio è stato liberato e passerà il Natale a casa.
Una bellissima notizia per terminare l'anno!!!
domenica 18 dicembre 2011
Nel baule delle parole desuete
Recentemente mi sono lasciata
affascinare dalla riscoperta di qualche vecchia parola che ormai non si usa
quasi più. Mi sono accorta che ultimamente vanno di moda le parole forti,
quelle che esprimono il bianco e il nero: sembra quasi che non ci sia più
spazio per le sfumature dei grigi.
Tutto è cominciato qualche giorno fa
quando, navigando in rete, mi sono imbattuta in un tweet (vale a dire una frase
di al massimo 140 caratteri su un noto social network) in cui un utente
esprimeva il proprio DISAPPUNTO su un determinato argomento.
Quello che mi ha colpito, non è stato
l’argomento, ma l’uso di quella parola. Mi spiego meglio: in questo periodo
abbiamo un sacco di gente che urla la propria rabbia, il proprio incazzo, la
propria indignazione o, i più moderati, il proprio dissenso. Ecco, la vedete
ora la differenza? Manifestare disappunto vuol dire esprimere lo stesso
concetto, ma con una mezza tonalità più bassa. Chi dissente alza la voce, chi comunica disappunto no, perché, è
abituato ad essere ascoltato senza bisogno di gridare. È magnifico. Cioè:
questa parola è magnifica, conserva quel fascino da lord inglese che, con in
mano la pipa, dice semplicemente “non sono d’accordo” e sa che questo suo
pensiero sarà più ascoltato di quello urlato dalle piazze. Non so perché, ma
ultimamente abbiamo tutti bisogno di urlare il dissenso e non riusciamo a
sussurrare il disappunto, del resto ci troviamo di fronte ad altre persone che
ci gridano in faccia la loro rabbia e non possono ascoltare. Con tutta questa
gente che alza la voce, chi ascolta più?
Poi ho pensato a un signore anziano
che conosco. Un canuto signore.
Qualcuno lo definirebbe un “vecchio con i capelli bianchi”. Ma volete mettere?
Un canuto signore ha un bagaglio di esperienza che ci dona con stile. Diventare
canuti signori è un traguardo da raggiungere. Poiché invecchiare fisicamente
dovrebbe essere una speranza, l’alternativa non è auspicabile, diventare canuti
significa raggiungere uno status di persona che merita rispetto per quello che
ha fatto in vita. Un signore canuto ha il diritto di esprimere il suo
disappunto guardando dall’alto della sua
storia noi pseudo giovani che urliamo il nostro dissenso nei confronti di quel
vecchio con i capelli bianchi che dovrebbe farsi da parte (e forse vorrebbe
anche, ma di questi tempi non ha ancora raggiunto l’età pensionabile).
Lo so, sto facendo un gioco un po’ inusitato: del resto capisco perché
dovrei farlo strano per forza, io non sono mica Verdone!
Avete notato anche che suono più
dolce che hanno? Sarà forse solo un caso, ma alla fine le parole che stanno
svanendo sono proprio quelle che ci trasmettono sentimenti più pacati. Come se,
di questi tempi, la delicatezza di una parola stoni con il contesto in cui si
trova. E se fosse invece proprio la parola a determinare il contesto? Infondo,
se al giorno d’oggi già l’educazione è poco di moda, figuriamoci la creanza o il garbo …
Ed eccomi qui, con il mio pseudonimo,
perché sono italiana e non mi serve un nickname, e neanche così importante da
meritarmi un nome d’arte, a scavare ancora un po’ nel vocabolario come
cercherei dentro un vecchio baule in soffitta, alla scoperta di queste parole
che sono desuete. Mica in disuso: un
qualcosa in disuso lo puoi solo mandare alla raccolta differenziata, ma una
parola dove la butti? Esiste forse un cassonetto differenziato apposito? Direi
di no, però posso sempre cercare di farle uscire da quel limbo. Se non altro perché
ho voglia di un po’ di posatezza.
mercoledì 14 dicembre 2011
Sono arrivata su Facebook
Ebbene sì, alla fine ho la mia pagina ufficiale.
https://www.facebook.com/pages/Velia-Rizzoli-Benfenati/321138441244029
Sinceramente non so bene a cosa possa servirmi, ma se volete venirmi a salutare mi potrete trovare anche lì.
Non mi sento così importante da dover superare i 5000 amici, ma ho scelto una pagina "ufficiale" perché è più comoda da gestire. Spero, così, di conoscere qualcuno di voi che mi legge tanto fedelmente. Siete una grande fonte di orgoglio per me e non finirò mai di usare una delle mie parole preferite per voi: GRAZIE!!!!
https://www.facebook.com/pages/Velia-Rizzoli-Benfenati/321138441244029
Sinceramente non so bene a cosa possa servirmi, ma se volete venirmi a salutare mi potrete trovare anche lì.
Non mi sento così importante da dover superare i 5000 amici, ma ho scelto una pagina "ufficiale" perché è più comoda da gestire. Spero, così, di conoscere qualcuno di voi che mi legge tanto fedelmente. Siete una grande fonte di orgoglio per me e non finirò mai di usare una delle mie parole preferite per voi: GRAZIE!!!!
sabato 10 dicembre 2011
10 DICEMBRE: Giornata Mondiale dei Diritti Umani
DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI
Articolo 1
Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.
Articolo 2
1) Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione.
2) Nessuna distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico internazionale del paese o del territorio sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non autonomo, o soggetto a qualsiasi limitazione di sovranità.
Articolo 3
Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona.
Articolo 4
Nessun individuo potrà essere tenuto in stato di schiavitù o di servitù; la schiavitù e la tratta degli schiavi saranno proibite sotto qualsiasi forma.
Articolo 5
Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamento o a punizioni crudeli, inumane o degradanti.
Articolo 6
Ogni individuo ha diritto, in ogni luogo, al riconoscimento della sua personalità giuridica.
Articolo 7
Tutti sono eguali dinanzi alla legge e hanno diritto, senza alcuna discriminazione, ad una eguale tutela da parte della legge. Tutti hanno diritto ad una eguale tutela contro ogni discriminazione che violi la presente Dichiarazione come contro qualsiasi incitamento a tale discriminazione.
Articolo 8
Ogni individuo ha diritto ad un'effettiva possibilità di ricorso a competenti tribunali nazionali contro atti che violino i diritti fondamentali a lui riconosciuti dalla costituzione o dalla legge.
Articolo 9
Nessun individuo potrà essere arbitrariamente arrestato, detenuto o esiliato.
Articolo 10
Ogni individuo ha diritto, in posizione di piena uguaglianza, ad una equa e pubblica udienza davanti ad un tribunale indipendente e imparziale, al fine della determinazione dei suoi diritti e dei suoi doveri nonché della fondatezza di ogni accusa penale gli venga rivolta.
Articolo 11
1) Ogni individuo accusato di un reato è presunto innocente sino a che la sua colpevolezza non sia stata provata legalmente in un pubblico processo nel quale egli abbia avuto tutte le garanzie necessarie per la sua difesa.
2) Nessun individuo sarà condannato per un comportamento commissivo od omissivo che, al momento in cui sia stato perpetuato, non costituisse reato secondo il diritto interno o secondo il diritto internazionale. Non potrà deI pari essere inflitta alcuna pena superiore a quella applicabile al momento in cui il reato sia stato commesso.
Articolo 12
Nessun individuo potrà essere sottoposto ad interferenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza, né a lesioni del suo onore e della sua reputazione. Ogni individuo ha diritto ad essere tutelato dalla legge contro tali interferenze o lesioni.
Articolo 13
1) Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato.
2) Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio paese.
Articolo 14
1 ) Ogni individuo ha il diritto di cercare e di godere in altri paesi asilo dalle persecuzioni.
2) Questo diritto non potrà essere invocato qualora l'individuo sia realmente ricercato per reati non politici o per azioni contrarie ai fini e ai principi delle Nazioni Unite.
Articolo 15
1) Ogni individuo ha diritto ad una cittadinanza. 2) Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua cittadinanza, né del diritto di mutare cittadinanza.
Articolo 16
1) Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione. Essi hanno eguali diritti riguardo al matrimonio, durante il matrimonio e all'atto del suo scioglimento.
2) Il matrimonio potrà essere concluso soltanto con il libero e pieno consenso dei futuri coniugi.
3) La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato.
Articolo 17
1) Ogni individuo ha il diritto ad avere una proprietà sua personale o in comune con altri.
2) Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua proprietà.
Articolo 18
Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione tale diritto include la libertà di cambiare di religione o di credo, e la libertà di manifestare isolatamente o in comune, e sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell'insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti.
Articolo 19
Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.
Articolo 20
Ogni individuo ha diritto alla libertà di riunione e di associazione pacifica.
2) Nessuno può essere costretto a far parte di un'associazione.
Articolo 21
1) Ogni individuo ha diritto di partecipare al governo del proprio paese, sia direttamente, sia attraverso rappresentanti liberamente scelti.
2) Ogni individuo ha diritto di accedere in condizioni di eguaglianza ai pubblici impieghi del proprio paese.
3) La volontà popolare è il fondamento dell'autorità del governo; tale volontà deve sere espressa attraverso periodiche e veritiere elezioni, effettuate a suffragio universale eguale, ed a voto segreto, o secondo una procedura equivalente di libera votazione.
Articolo 22
Ogni individuo, in quanto membro della società, ha diritto alla sicurezza sociale, nonché alla realizzazione, attraverso lo sforzo nazionale e la cooperazione internazionale ed in rapporto con l'organizzazione e le risorse di ogni Stato, dei diritti economici sociali e culturali indispensabili alla sua dignità ed al libero sviluppo della sua personalità.
Articolo 23
1) Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell'impiego, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro ed alla protezione contro la disoccupazione.
2) Ogni individuo, senza discriminazione, ha diritto ad eguale retribuzione per eguale lavoro.
3) Ogni individuo che lavora ha diritto ad una remunerazione equa e soddisfacente che assicuri a lui stesso e alla sua famiglia una esistenza conforme alla dignità umana ed integrata, se necessario, da altri mezzi di protezione sociale.
4) Ogni individuo ha diritto di fondare dei sindacati e di aderirvi per la difesa dei propri interessi.
Articolo 24
Ogni individuo ha diritto al riposo ed allo svago, comprendendo in ciò una ragionevole limitazione delle ore di lavoro e ferie periodiche retribuite.
Articolo 25
1) Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all'alimentazione al vestiario, all'abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari; ed ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità, vedovanza, vecchiaia o in ogni altro caso di perdita dei mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà.
2) La maternità e l'infanzia hanno diritto a speciali cure ed assistenza. Tutti i bambini nati nel matrimonio o fuori di esso, devono godere della stessa protezione sociale.
Articolo 26
1 ) Ogni individuo ha diritto all'istruzione. L'istruzione deve essere gratuita almeno per quanto riguarda le classi elementari e fondamentali. L'istruzione elementare deve essere obbligatoria. L'istruzione tecnica e professionale deve essere messa alla portata di tutti e l'istruzione superiore deve essere egualmente accessibile a tutti sulla base del merito.
2) L'istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana ed al rafforzamento del rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. Essa deve promuovere la comprensione, la tolleranza, l'amicizia fra tutte le Nazioni, i gruppi razziali e religiosi, e deve favorire l'opera delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace.
3) I genitori hanno diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai loro figli.
Articolo 27
1) Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico ed ai suoi benefici.
2) Ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore.
Articolo 28
Ogni individuo ha diritto ad un ordine sociale e internazionale nel quale i diritti e le libertà enunciati in questa Dichiarazione possano essere pienamente realizzati.
Articolo 29
1 ) Ogni individuo ha dei doveri verso la comunità, nella quale soltanto è possibile il libero e pieno sviluppo della sua personalità.
2) Nell'esercizio dei suoi diritti e delle sue libertà, ognuno deve essere sottoposto soltanto a quelle limitazioni che sono stabilite dalla legge per assicurare il riconoscimento e rispetto dei diritti e delle libertà degli altri e per soddisfare le giuste esigenze della morale, dell'ordine pubblico e del benessere generale in una società democratica.
3) Questi diritti e queste libertà non possono in nessun caso essere esercitati in contrasto con i fini e i principi delle Nazioni Unite.
Articolo 30
Nulla nella presente Dichiarazione può essere interpretato nel senso di implicare un diritto di un qualsiasi Stato, gruppo o persona di esercitare un'attività o di compiere un atto mirante alla distruzione di alcuni dei diritti e delle libertà in essa enunciati.
Articolo 1
Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.
Articolo 2
1) Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione.
2) Nessuna distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico internazionale del paese o del territorio sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non autonomo, o soggetto a qualsiasi limitazione di sovranità.
Articolo 3
Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona.
Articolo 4
Nessun individuo potrà essere tenuto in stato di schiavitù o di servitù; la schiavitù e la tratta degli schiavi saranno proibite sotto qualsiasi forma.
Articolo 5
Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamento o a punizioni crudeli, inumane o degradanti.
Articolo 6
Ogni individuo ha diritto, in ogni luogo, al riconoscimento della sua personalità giuridica.
Articolo 7
Tutti sono eguali dinanzi alla legge e hanno diritto, senza alcuna discriminazione, ad una eguale tutela da parte della legge. Tutti hanno diritto ad una eguale tutela contro ogni discriminazione che violi la presente Dichiarazione come contro qualsiasi incitamento a tale discriminazione.
Articolo 8
Ogni individuo ha diritto ad un'effettiva possibilità di ricorso a competenti tribunali nazionali contro atti che violino i diritti fondamentali a lui riconosciuti dalla costituzione o dalla legge.
Articolo 9
Nessun individuo potrà essere arbitrariamente arrestato, detenuto o esiliato.
Articolo 10
Ogni individuo ha diritto, in posizione di piena uguaglianza, ad una equa e pubblica udienza davanti ad un tribunale indipendente e imparziale, al fine della determinazione dei suoi diritti e dei suoi doveri nonché della fondatezza di ogni accusa penale gli venga rivolta.
Articolo 11
1) Ogni individuo accusato di un reato è presunto innocente sino a che la sua colpevolezza non sia stata provata legalmente in un pubblico processo nel quale egli abbia avuto tutte le garanzie necessarie per la sua difesa.
2) Nessun individuo sarà condannato per un comportamento commissivo od omissivo che, al momento in cui sia stato perpetuato, non costituisse reato secondo il diritto interno o secondo il diritto internazionale. Non potrà deI pari essere inflitta alcuna pena superiore a quella applicabile al momento in cui il reato sia stato commesso.
Articolo 12
Nessun individuo potrà essere sottoposto ad interferenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza, né a lesioni del suo onore e della sua reputazione. Ogni individuo ha diritto ad essere tutelato dalla legge contro tali interferenze o lesioni.
Articolo 13
1) Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato.
2) Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio paese.
Articolo 14
1 ) Ogni individuo ha il diritto di cercare e di godere in altri paesi asilo dalle persecuzioni.
2) Questo diritto non potrà essere invocato qualora l'individuo sia realmente ricercato per reati non politici o per azioni contrarie ai fini e ai principi delle Nazioni Unite.
Articolo 15
1) Ogni individuo ha diritto ad una cittadinanza. 2) Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua cittadinanza, né del diritto di mutare cittadinanza.
Articolo 16
1) Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione. Essi hanno eguali diritti riguardo al matrimonio, durante il matrimonio e all'atto del suo scioglimento.
2) Il matrimonio potrà essere concluso soltanto con il libero e pieno consenso dei futuri coniugi.
3) La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato.
Articolo 17
1) Ogni individuo ha il diritto ad avere una proprietà sua personale o in comune con altri.
2) Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua proprietà.
Articolo 18
Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione tale diritto include la libertà di cambiare di religione o di credo, e la libertà di manifestare isolatamente o in comune, e sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell'insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti.
Articolo 19
Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.
Articolo 20
Ogni individuo ha diritto alla libertà di riunione e di associazione pacifica.
2) Nessuno può essere costretto a far parte di un'associazione.
Articolo 21
1) Ogni individuo ha diritto di partecipare al governo del proprio paese, sia direttamente, sia attraverso rappresentanti liberamente scelti.
2) Ogni individuo ha diritto di accedere in condizioni di eguaglianza ai pubblici impieghi del proprio paese.
3) La volontà popolare è il fondamento dell'autorità del governo; tale volontà deve sere espressa attraverso periodiche e veritiere elezioni, effettuate a suffragio universale eguale, ed a voto segreto, o secondo una procedura equivalente di libera votazione.
Articolo 22
Ogni individuo, in quanto membro della società, ha diritto alla sicurezza sociale, nonché alla realizzazione, attraverso lo sforzo nazionale e la cooperazione internazionale ed in rapporto con l'organizzazione e le risorse di ogni Stato, dei diritti economici sociali e culturali indispensabili alla sua dignità ed al libero sviluppo della sua personalità.
Articolo 23
1) Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell'impiego, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro ed alla protezione contro la disoccupazione.
2) Ogni individuo, senza discriminazione, ha diritto ad eguale retribuzione per eguale lavoro.
3) Ogni individuo che lavora ha diritto ad una remunerazione equa e soddisfacente che assicuri a lui stesso e alla sua famiglia una esistenza conforme alla dignità umana ed integrata, se necessario, da altri mezzi di protezione sociale.
4) Ogni individuo ha diritto di fondare dei sindacati e di aderirvi per la difesa dei propri interessi.
Articolo 24
Ogni individuo ha diritto al riposo ed allo svago, comprendendo in ciò una ragionevole limitazione delle ore di lavoro e ferie periodiche retribuite.
Articolo 25
1) Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all'alimentazione al vestiario, all'abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari; ed ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità, vedovanza, vecchiaia o in ogni altro caso di perdita dei mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà.
2) La maternità e l'infanzia hanno diritto a speciali cure ed assistenza. Tutti i bambini nati nel matrimonio o fuori di esso, devono godere della stessa protezione sociale.
Articolo 26
1 ) Ogni individuo ha diritto all'istruzione. L'istruzione deve essere gratuita almeno per quanto riguarda le classi elementari e fondamentali. L'istruzione elementare deve essere obbligatoria. L'istruzione tecnica e professionale deve essere messa alla portata di tutti e l'istruzione superiore deve essere egualmente accessibile a tutti sulla base del merito.
2) L'istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana ed al rafforzamento del rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. Essa deve promuovere la comprensione, la tolleranza, l'amicizia fra tutte le Nazioni, i gruppi razziali e religiosi, e deve favorire l'opera delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace.
3) I genitori hanno diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai loro figli.
Articolo 27
1) Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico ed ai suoi benefici.
2) Ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore.
Articolo 28
Ogni individuo ha diritto ad un ordine sociale e internazionale nel quale i diritti e le libertà enunciati in questa Dichiarazione possano essere pienamente realizzati.
Articolo 29
1 ) Ogni individuo ha dei doveri verso la comunità, nella quale soltanto è possibile il libero e pieno sviluppo della sua personalità.
2) Nell'esercizio dei suoi diritti e delle sue libertà, ognuno deve essere sottoposto soltanto a quelle limitazioni che sono stabilite dalla legge per assicurare il riconoscimento e rispetto dei diritti e delle libertà degli altri e per soddisfare le giuste esigenze della morale, dell'ordine pubblico e del benessere generale in una società democratica.
3) Questi diritti e queste libertà non possono in nessun caso essere esercitati in contrasto con i fini e i principi delle Nazioni Unite.
Articolo 30
Nulla nella presente Dichiarazione può essere interpretato nel senso di implicare un diritto di un qualsiasi Stato, gruppo o persona di esercitare un'attività o di compiere un atto mirante alla distruzione di alcuni dei diritti e delle libertà in essa enunciati.
domenica 4 dicembre 2011
Senso di colpa
Mi sei entrato dentro come una lama
Mi hai penetrato le carni
Hai scavato nei miei substrati culturali
Ti sei nutrito degli accadimenti fortuiti
Di quelle telefonate non fatte
Di quegli appuntamenti mancati
Di quei sogno infranti
Mi è stato detto che è giusto così
Mi è stato detto che sei il simbolo della mia umanità
Invece sei solo la violenza della vita
Della mia vita
mercoledì 30 novembre 2011
Un giorno speciale
Questo racconto ha circa 11 anni: lo scrissi insieme
al mio nipotino il giorno che scoprimmo che avrebbe avuto una cuginetta.
Siccome oggi quel nipotino compie 15 anni e “mi mangia in testa” da un pezzo ho
deciso di pubblicarlo, giusto per ricordare che sono stata giovane anch’io …
Accidenti che giornata strana ho avuto! Non credevo
che potesse capitare proprio a me… adesso vi racconto…
Nonostante già da qualche giorno sia a testa in giù,
la mamma non se ne preoccupa e fa ancora quello che vuole: io ho cercato di
spiegarglielo, ma non sembra che sia molto interessata al mio stato…
Oggi ero in un posto che la mamma chiama
“supermercato” dove la sento, o forse dovrei dire sentivo?, sempre brontolare
per i prezzi troppo alti e la qualità dei prodotti scarsa, anche se non so che
cosa siano né i prezzi né la qualità …
Ad un certo punto ho sentito come una specie di onda
e tutto è precipitato. La mamma si è chinata su se stessa, ha chiesto scusa a
qualcuno che era lì con noi e siamo corsi in bagno… io intanto ero in una
situazione strana sempre così a testa in giù, e l’acqua, la mia acqua, quella
caldina caldina e che mi aveva tenuto compagnia per tanto tempo, se ne andava: scendeva
giù verso il basso in un buco che ho scoperto solo oggi. Ed anch’io scendevo! Cercavo
di aggrapparmi, ma non ci riuscivo. Accidenti che paura! Intanto mamma urlava:
- Jack, Jack! Vai a prendere la macchina è ora!- Io, intanto pensavo: Ma ora
per cosa? Forse lei sa qualcosa che io non so?! Jack (che credo sia uno
importante nella mia vita, ma non ho ancora capito a cosa serva, so solo che
c’è sempre) è arrivato subito ed ha chiesto se mamma stava male, lei gli ha
risposto un po’ male secondo me, ma io ero troppo agitato per farle sapere il
mio parere:- No, accidenti, non ancora! Ma presto sì… mi si sono rotte le acque!
Vai a prendere la macchina ed andiamo che stavolta dovrebbe essere una cosa
rapida!-
Jack è andato a prendere la macchina, un affare che
fa rumore, su cui mamma assume una posizione scomoda e che serve ad andare
forte, traffico permettendo come dice mamma, e siamo andati in un posto che
Jack chiama ospedale e che non so a cosa serva. Mentre andavo là, Jack ha usato
uno strano strumento che serve per parlare con le persone che sono distanti e
ha detto ad una signora che si chiama Nonna di andare a prendere Carolina e
Walter a scuola perché stava arrivando il fratellino. Adesso io non so chi
siano questi Carolina e Walter, ma so che chiamano la mia mamma Mamma e sono
sempre con noi: a me non sono molto simpatici perché intanto la mamma è la mia
e non capisco questi che cosa vogliano e poi perché a volte le salgono in
braccio, schiacciandomi, e fanno domande per niente gentili su questo nuovo
fratellino che dovrebbe arrivare, ora io non so chi sia costui, ma so che non
mi piace, non cercherà anche lui di prendersi la mia mamma?.
Quando siamo arrivati all’ospedale dei signori, di
cui non ho avevo mai sentito la voce, ci hanno fatto stendere e finalmente
anch’io mi sono sentito un po’ comodo e rassicurato, mamma mi teneva la mano
sulla testa e mi diceva delle cosa gentili.
Poi le cose sono precipitate: l’acqua è andata via
tutta e le pareti ormai asciutte si stringevano ed allargavano sempre più
velocemente spingendomi verso quel buco. Ho avuto una gran paura! Intanto Jack
le era vicino, ne sentivo la voce, e le diceva di farsi forza, che sarebbe
durato poco e che finalmente avrebbero visto che faccia aveva il loro nuovo
piccolino. Ma cosa voleva dire? Intanto il buco si allargava ed io mi ci
avvicinavo sempre più come se mamma mi volesse scacciare …
Ma perché ha fatto così? Non stavamo forse bene noi
due? È vero che a volte qualcosa non
funzionava: se mi sedevo su un
cuscino comodo lei cominciava a fare pipì e, una volta l’ha fatta pure senza
sedersi, oppure c’erano dei cibi che non mi piacevano glieli rendevo e lei li
metteva fuori, ma queste cose possono capitare no? Invece lei niente: mi ha
buttato fuori urlando pure!
Il suo buttarmi fuori di casa è durato un po’, molti
hanno detto poco, anche perché ormai ero il terzo, ma a me è sembrato
un’eternità.
Improvvisamente sono passato dal buco.
È stato… davvero strano.
Era freddo e c’era un sacco di gente: gli odori
erano strani e mi hanno coperto con qualcosa di ruvido. Ho cercato di esprimere
la mia opinione, non che credessi che qualcuno mi ascoltasse, e, cosa ancor più
incredibile, ho fatto anch’io un sacco di rumore! Poi mi hanno tagliato quel
tubo che era legato al mio pancino, senza preoccuparsi del fatto che mi
servisse. Mi hanno messo dell’acqua diversa e mi hanno dato nelle braccia di
una signora tutta bagnata. Lei mi ha preso con tanta gentilezza e mi ha detto-
ma che bel faccino che hai tesoro mio!- così ho scoperto dalla voce che era la
mia mamma. Jack era di fianco alla mamma e mi ha fatto un sacco di luce in
faccia. Dopo sono arrivati anche Carolina e Walter, sono come mamma e Jack, ma
più piccoli ed hanno detto che era arrivato il loro fratellino. Non sono
sicuro, ma penso di essere io, a questo punto, il loro fratellino. Mamma ha una
cosa fantastica che io non ho: sopra il pancino ha due cose strane che vengono
in fuori morbide, morbide, e che, in cima, hanno due cosi più ruvidi e scuri.
Non so perché, ma ho voluto avvicinarmi e prenderne in bocca uno: è stato magnifico!
Ho cominciato a tirare ed uscito un liquido strano che aveva il sapore della
pappa che la mamma mi dava prima che uscissi dal buco.
È stato un giorno davvero strano e faticoso: una
giornataccia insomma. Non credevo che sarebbe successo anche a me, ma adesso
faccio parte di un mondo tutto nuovo che prima non sapevo che esistesse, ne
facevamo parte solo io e mamma. Adesso invece c’è un sacco di altra gente:
insomma non lo credevo, ma oggi io sono nato.
domenica 20 novembre 2011
Blocco dello scrittore
È inutile che continui a guardarmi
così. Sappiamo entrambi benissimo come andrà a finire.
Io vincerò e tu ti dovrai rassegnare.
Io sono più forte di te. Anche ora che continui a fissarmi inespressivo.
Cosa vorresti dirmi? Che la mia mente
è vuota?
Sai benissimo che non è così. I miei
pensieri non si lasciano intimorire da te. E te lo ripeto: non continuerò a
fissarti a lungo senza riuscire a dirti niente. Senza riuscire a riempirti
delle mie parole.
Si dice che per scrivere bene bisogna
avere tanto talento. Non è vero. Per scrivere bene bisogna avere qualcosa da
dire, ma anche questa è una condizione necessaria non sufficiente. Per scrivere
bene bisogna avere delle idee. Non è necessario che queste siano chiare, a
volte si chiariscono scrivendo. Una volta ho letto che per scrivere bene
bisogna avere talento e cosa da dire. Non sono d’accordo: a questo mondo c’è
troppa gente che scrive in modo comprensibile per pensare che ci sia così tanto
talento. Io ne sono un esempio: scrivo, qui e adesso, senza idee e senza talento,
eppure lo faccio.
Vedi il problema, il tuo problema, è
che tu non sei un’idea. Sei solo un
niente. Un vuoto. Sei un qualcosa che può essere riempito da chiunque in
qualunque modo, in ogni momento. Sei più fragile di un filo d’erba che almeno
ha qualcosa che lo alimenta.
Tu
non hai idee, io sì. Ed in questo ti sono superiore, come sono superiore
a tutte le mie paure, a tutti i miei lati scomodi, alle mie nevrosi e alle mie
ansie.
Siamo su due piani diversi tu ed io.
Siamo due entità diverse: io sono concreta, e tu astratto. Tu vorresti essere
quello che io non sono.
Lo vedi? Ti sto già battendo. Ti sto
già riempiendo delle mie parole. E tu non hai niente di cui difenderti. Hai
solo il tuo sguardo inutilmente algido. Non riesci neanche a starmi dietro.
Cerchi stupidamente di intimorirmi ingigantendoti e autoalimentandoti, ma non
ce la fai.
Perché, vedi, anche solo fissandoti e
odiandoti, come sto facendo ora, anche solo pensando al fatto che non ho niente
da dirti, né da dire, riesco a ricoprire di parole inutili il tuo spazio. So
che stai vivendo come un’invasione, so che vorresti rimanere candido senza le
mie stupide riflessioni, ma anche questa volta ti trovi a dover soccombere.
A volte è difficile batterti, a volte
invece è semplicissimo, come oggi che sono apparentemente ispirata e allora mi
posso permettere di riempirti con le mie riflessioni come se niente fosse
mentre ascolto Bach e assaporo la mia sigaretta al mentolo in questa sonnolenta
domenica mattina di fine autunno. Invece ci sono giorni in cui le cose non sono
così semplici perché le mie idee si accavallano nella mente e allora mi succede
che anche mettere in sequenza pseudo organica soggetto, predicato e complemento
diventi complicatissimo. A volte mi capita di avere in testa discorsi
bellissimi, parole splendide che si combinano come gli ingredienti del dolce
più buono che si sia mai assaggiato; ma poi, quando mi trovo davanti a te,
orribile foglio bianco, queste vadano a nascondersi negli anfratti più nascosti
del mio io e allora devo scavare, scavare e ancora scavare nel mio animo per
trovarle. Hai idea di che fatica sia? Tutte le volte è come mettersi a nudo di
fronte a un sacco di gente pronta a giudicarti. Tutte le volte devo
destrutturare una parte di me per poi ricostruirla. Sai che a volte fa male? Anche
perché non è che io sia sempre ben disposta a conoscermi. E non sono mai
disponibile a concedermi a chiunque passi di qua. E tutto questo per cosa? Per il
timido, pallido ricordo delle parole che furono: perché tutte le volte, e
ribadisco, tutte, non tornano mai esattamente come le avevo inizialmente
pensate. Il dolce è ancora buono, ma non ha più quel sapore speciale che aveva.
Come quei dolci buonissimi fatti dalla nonna che si sono assaggiati da bambini
e che, poi,quando si è adulti al posto della panna ci mettono il latte e invece
dello zucchero il saccarosio. E si sa che i dolci light non sono mai buoni come
quelli originali.
E non c’è niente da fare: per
quanto io mi sforzi, queste maledette mi
vengono sempre in mente nei momenti meno opportuni, quando proprio non so come
fare a ricordarle. Qualcuno mi ha consigliato di registrarle. Inutile. Quando c’ho
provato il microfono mi ha intimorito e non sono riuscita a spiccicare parola,
oppure, riascoltandomi, la mia terribile voce, ha reso quelle parole meravigliose
insulse. Una volta ho cercato di mandarle a memoria: c’ero quasi riuscita, ero
convinta di aver ricordato tutto, ma poi, tu mi hai svuotato di nuovo la testa.
Una volta un giornalista mi ha detto
che si tratta solo di mestiere, che l’arte del dire qualcosa si apprende
facendo esercizio. Sarà pure vero, ma non è il mio mestiere. Io nella vita
faccio altro. Non sono mica capace di scrivere per vivere, io mi limito a
buttare giù quelle parole che non riesco a tenere dentro di me e a divertirmi
cercando la combinazione che più sento mia. A volte mi incasino con i tempi dei
verbi oppure mi dimentico qualche pezzo, e allora? Io scrivo per scrivere mica
per perdere tempo a imbrattare te. Sai che mi frega.
Comunque, ti faccio notare che ti ho
riempito anche questa volta e anche questa volta non sei riuscito a intimorirmi
fino in fondo. O meglio, forse ci sei riuscito, ma io anche questa volta mi
sono fatta forza e ho riempito il vuoto che sei e che hai cercato di mettermi
in testa. Con circa novecento parole. Anzi novecentocinquantaquattro per la
precisione. Tié!!!
lunedì 14 novembre 2011
Revisionismo parte IV: Dama delle Camelie (dedicato a RO)
Come tutti sanno i figli d’arte sono
sempre una pallida ripetizione del talento genitoriale; e posso dirlo con una
certa cognizione di causa essendo anch’io una figlia d’arte. Alessandro Dumas è
stato il grande autore di romanzi come Il Conte di Montecristo o i Tre Moschettieri.
Ma Alessandro Dumas è stato anche uno che ha avuto il cattivo gusto di
riprodursi e di dare al figlio il proprio nome. Siccome mi piace essere chiara
d’ora in poi chiamerò Piersandro lo scrittore di cui voglio parlare.
Come ho detto Alessandro Dumas ha
scritto delle pietre miliari nella storia della letteratura francese, ma non ha
scritto La Signora delle Camelie che è un romanzo scritto da un figlio d’arte.
Piersandro Dumas ha letto forse un libro
in vita sua oltre a quelli di scritti dall’ingombrante padre, Manon Lescaut, e
ha pensato a scrivere una storia che ne fosse una pallida (e fortunatamente più
breve) ricostruzione, pensate che imita l’abate Prevost al punto da scrivere il
racconto come testimone delle memorie del protagonista. Non ho mai capito per
quale motivo gente così interessante che racconta storie degne di essere
raccontate incontrino sempre gli altri. Insomma, avete idea di che fortuna
hanno? Io mi devo sbattere per inventare una storia, mentre LORO (gli altri
appunto) possono godere dei diritti d’autore a costo zero, senza fatica.
Procediamo con la trama: Margherita,
così come Manon, è una cara ragazza di sani principi morali che fa quello che
al giorno d’oggi si chiama “carriera”. Lei, però, non ha il cervello delle
donzelle moderne che spennano il vecchio bavoso viagra - dipendente di turno e
muore poverissima. Pensate che finisce con il mettere tutti i propri beni all’asta,
in un epoca in cui non si sa ancora cosa sia lo spread, e non cerca neanche di
costruire ponti a caso o gallerie ferroviarie (va be’ la battuta sulla
galleria, visto di chi parliamo, potevo risparmiarla). Trovo di buon gusto il fatto
che, sin dalle prime righe, ci assicurino che non è possibile una DAMA 2 (la
vendetta) perché la protagonista muore più o meno quando leggiamo le parole CAPITOLO 1.
Come tutti i bimbiminkia che si
rispettino, Piersandro vuole farci credere che ha una vita interessante, invece
passa le sue giornate a giocare a Farmville, e ci informa che lui, quella donna
che tanto dovrebbe incuriosirci, l’ha conosciuta davvero. E, già da questo, si
coglie una certa, come si può dire … , “ingenuità”, che fa sospettare che il
ragazzo (Piersandro appunto) di donzelle ne abbia viste poche. A dimostrazione di
quanto sostengo, cito testualmente:
“Margherita assisteva a tutte le
prime rappresentazioni e trascorreva le sue serate al teatro o ai balli. Ogni
volta che si rappresentava una commedia nuova si era sicuri di vederla, con tre
cose che non la abbandonavano mai e che occupavano sempre il parapetto del suo
palco di prima fila: il binocolo, il sacchetto dei dolci e il mazzo di camelie.
Per venticinque giorni al mese le
camelie erano bianche, mentre per cinque erano rosse; non si è mai conosciuta
la ragione di quel mutamento di colore, che io riferisco senza saperlo spiegare
e che gli assidui dei teatri ai quali essa andava più frequentemente e i suoi
amici avevano notato come me.”
Cioè, non so se si capisce, ma …
Piersandro, te lo devo spiegare io??? Ti sei mai preoccupato di sapere se, IN
QUEI GIORNI (quelli in cui le camelie erano rosse), la nostra eroina era anche
più nervosa? Oppure se sentiva l’irrefrenabile impulso di fare paracadutismo,
come citava una pubblicità di un po’ di tempo fa? La risposta a queste domande
potrebbe aprirti parecchi nuovi orizzonti sai? Secondo me troveresti la
risposta al perché di quelle camelie rosse …
Va be’, sto divagando: infondo
Piersandro non fa praticamente nulla per tutto il tempo a parte mettere il VERO
protagonista, Armand, nel lettino dello psicoanalista e, abusando di una
professione che non gli compete, ascoltarlo.
Quindi la vera storia è tra Armand e
Margherite: basta fare copia-incolla da quanto scritto per Manon e il gioco è
fatto. Con una piccola variante: un padre stracciamaroni. Io credo fermamente che l’amico Piersandro
abbia volutamente messo questa imponente figura per spiegarci molte cose sui
suoi problemi di famiglia.
Procediamo: Armand è un nulla facente
che se ne va a teatro dove incontra una giovane donna, Margherita, probabilmente
durante uno dei venti giorni con le camelie bianche, di cui si prende un’imbarcata
paurosa.
C’è un piccolo problema:, anzi due:
la ragazza ha una pessima salute e vive mantenuta da un vecchio duca, viagra – dipendente
che la spaccia per una povera ragazza in difficoltà che, costretta a vivere al
di sopra delle proprie disponibilità, è sempre in bolletta e perciò ha bisogno
di un vitalizio (sempre agli altri queste fortune, mentre io mi devo spaccare
la schiena 12 ore al giorno … bah!!!). Le malelingue sostengono che il duca la
spacci per la nipote di un famoso capo di stato estero, ma non penso sia giusto
dare adito a queste voci. Piccola nota a margine: nessuno ha mai controllato la
misura dei tacchi del duca.
Il giovane, come tutti gli stalker
che si rispettino, inizia ad assillarla anche quando la ragazza vuole rimanere
sola (Arma’ che te lo devo dire che una persona normale non vuole compagnia
mentre fa l’areosol??) fino a quando non riesce a farsela dare. C’è da dire che
la ragazza è abbastanza generosa e fornisce la sua materia di pregio (nei
giorni di camelie bianche) con un forte sconto. Aggiungerei che la ragazza si
deve liberare anche del cretino della situazione: un odioso spasimante che
neanche con un assegno in bianco riesce a farsela dare. Io sospetto che al cretino
puzzi l’alito, ma non ho mai avuto la possibilità di approfondire.
Poiché il duca è un tipo generoso,
Margherita va a passare le ferie lontano da Parigi. Poiché il duca è anche un
po’ coglione, paga, a sua insaputa, anche l’appartamento per lo stalker. E dire
che un duca intelligente e come si deve dovrebbe farsi pagare la casa a propria
insaputa e non il contrario. Infatti quando lo scopre ci rimane un po’ male.
Margherita, che è un tipo poco moderno e poco furbo, invece di negare tutto e
di accusare una qualche forma di magistratura deviata cosa fa? Rinuncia al
ricco, lasciandolo per lo stalker. E non mi da neanche il suo contatto
Facebook! Da questo punto in poi sappiate che Margherita perde completamente la
mia stima. Non ci si comporta così. Aggiungeteci anche che lo stalker studia
legge, la vita sarebbe molto più semplice per tutti e tre, basterebbe mettersi
d’accordo.
A questo punto della storia ecco che
Piersandro ci spiega quanto suo padre gli abbia sgretolato le olive. Metaforicamente
parlando naturalmente. Infatti il padre dello stalker, il signor Duval (ho detto
DuVal, non DuBal!!!) interviene spiegando alla donzella che non è bello che il
figlio se la faccia con una così (meglio una Maria Goretti insomma, sai mai che
poi si riproduca facendo un Pierpiersandro, che magari si mette a scrivere pure
lui e stiamo freschi). E lei cosa fa? Va forse da Barbara D’Urso a spiegarle la
situazione diventando così una star della tv? NO, lei lascia Armand senza
dirgli niente. Una deficiente a mio modesto parere.
Anche a parere di Armand direi. Che infatti
trova una rapida consolazione ormonale: appena ne trova un’altra che gliela da lui
non ci pensa due volte. Del resto è un uomo e si sa che gli uomini hanno dei
problemi idraulici. Soprattutto a vent’anni.
Il finale ve l’ho già raccontato all’inizio
quindi l’amico Piersandro ci toglie anche il gusto per la sorpresa. Niente di
più. Una cosa inutile insomma.
lunedì 7 novembre 2011
Il dubbio amletico di Silvio
« DIMETTERSI, o non DIMETTERSI, ecco la questione:
se sia più nobile nella mente soffrire
i colpi di fionda e i dardi dell’oltraggiosa OPPOSIZIONE
o prendere le armi contro un mare di TRADITORI
e, contrastandoli, porre loro fine. TROMBARE, dormire …
nient’altro, e con un sonno dire che poniamo fine
al dolore del cuore e ai mille tumulti naturali
di cui è erede la carne: è una conclusione
da desiderarsi devotamente. TROMBARE, dormire.
Dormire, forse TROMBARE. Sì, qui è l’ostacolo,
perché in quel sonno di DIMISSIONE quali sogni possano venire
dopo che ci siamo cavati di dosso questo groviglio ISTITUZIONALE
deve farci esitare. È questo lo scrupolo
che dà alla sventura una LEGISLATURA così lunga.
Perché chi sopporterebbe le frustate e gli scherni della MAGISTRATURA,
il torto DELL’OPPOSIZIONE, la contumelia dell’uomo superbo,
gli spasimi dell’amore PAGATO, il ritardo della legge,
l’insolenza delle cariche ufficiali, e il disprezzo
che il demerito paziente riceve dagli INDIGNATI,
quando egli stesso potrebbe darsi quietanza
con un semplice PASSETTO? Chi porterebbe fardelli,
grugnendo e sudando sotto il peso di una vita faticosa,
se non fosse che il terrore di qualcosa dopo la DESTITUZIONE,
il paese inesplorato dalla cui frontiera
nessun RICERCATORE fa ritorno, sconcerta la volontà
e ci fa sopportare i MAGISTRATI che abbiamo
piuttosto che accorrere verso altri che ci sono ignoti?
Così la coscienza ci rende tutti PAGLIACCI,
e così il colore naturale DELL’INCERTEZZA
è reso malsano dal PALLIDO CERONE del pensiero,
e imprese di grande BASSEZZA e momento
per questa ragione deviano dal loro corso
e perdono il nome di DIMISSIONE. »
se sia più nobile nella mente soffrire
i colpi di fionda e i dardi dell’oltraggiosa OPPOSIZIONE
o prendere le armi contro un mare di TRADITORI
e, contrastandoli, porre loro fine. TROMBARE, dormire …
nient’altro, e con un sonno dire che poniamo fine
al dolore del cuore e ai mille tumulti naturali
di cui è erede la carne: è una conclusione
da desiderarsi devotamente. TROMBARE, dormire.
Dormire, forse TROMBARE. Sì, qui è l’ostacolo,
perché in quel sonno di DIMISSIONE quali sogni possano venire
dopo che ci siamo cavati di dosso questo groviglio ISTITUZIONALE
deve farci esitare. È questo lo scrupolo
che dà alla sventura una LEGISLATURA così lunga.
Perché chi sopporterebbe le frustate e gli scherni della MAGISTRATURA,
il torto DELL’OPPOSIZIONE, la contumelia dell’uomo superbo,
gli spasimi dell’amore PAGATO, il ritardo della legge,
l’insolenza delle cariche ufficiali, e il disprezzo
che il demerito paziente riceve dagli INDIGNATI,
quando egli stesso potrebbe darsi quietanza
con un semplice PASSETTO? Chi porterebbe fardelli,
grugnendo e sudando sotto il peso di una vita faticosa,
se non fosse che il terrore di qualcosa dopo la DESTITUZIONE,
il paese inesplorato dalla cui frontiera
nessun RICERCATORE fa ritorno, sconcerta la volontà
e ci fa sopportare i MAGISTRATI che abbiamo
piuttosto che accorrere verso altri che ci sono ignoti?
Così la coscienza ci rende tutti PAGLIACCI,
e così il colore naturale DELL’INCERTEZZA
è reso malsano dal PALLIDO CERONE del pensiero,
e imprese di grande BASSEZZA e momento
per questa ragione deviano dal loro corso
e perdono il nome di DIMISSIONE. »
venerdì 4 novembre 2011
Alluvione in Liguria
EMERGENZA GENOVA
Il numero verde per emergenza a Genova è 800 177 797
Chiedono inoltre a chi ha ancora internet e corrente di aprire il WIFI a tutti.
Il numero verde per emergenza a Genova è 800 177 797
Chiedono inoltre a chi ha ancora internet e corrente di aprire il WIFI a tutti.
mercoledì 2 novembre 2011
Cinderella in danza
Quando si affronta una storia così
conosciuta come quella di Cenerentola, l’aspetto più interessante non è la trama in sé, ma il
modo in cui essa viene raccontata. Dalla letteratura alla cinematografia,
passando per la prosa e la danza, Cenerentola è stata: un racconto storico, una
fiaba ricca di magia, una storia drammatica, un balletto classico in cui
mostrare il virtuosismo ora dell’uno, ora dell’altro artista.
La versione che in questi giorni il
Balletto di Milano, sulle musiche di Rossini, porta in scena presenta alcune
caratteristiche veramente interessanti. Giorgio Madia, con la sua coreografia,
ci riporta agli anni d’oro della commedia musicale americana e la famiglia
tutta al femminile protagonista della vicenda diventa una famiglia borghese con
capigliature alla Jackie Kennedy e salotti in carta da parati floreale. E come
una commedia di quegli anni è priva di tutto l’appesantimento psicosociale o
drammatico di cui spesso è stata caricata la storia.
Il risultato è degno di nota: scevra
di riflessi auto commiserativi in cui riconoscersi, ci si trova di fronte a una
storia spumeggiante in cui sorridere, se non addirittura ridere, con ballerini
capaci sia nei pezzi d’assieme, che negli assoli, che nella pantomima. Priva di
divertissement o di virtuosismi che, in questo contesto avrebbero solo
appesantito un balletto di questo tipo (ecco: i 32 fouettés in punta della
Legnani sarebbero stati del tutto inutili in questa coreografia, benché
rimangano una perla nella storia della danza), e tutto ballato senza le
famigerate punte, ecco che ci viene restituita una Cinderella adatta ad un
pubblico di tutte le età e di tutte le estrazioni culturali.
A tal proposito noterei anche come
molto positiva la scelta dell’elemento centrale: la scarpetta, che non è più di
cristallo, o di vetro, o d’oro, ma è una scarpetta rosa da punta, quel tipo,
cioè, di scarpetta che si richiama al balletto classico accademico, facendone,
così, anche un piccolo tributo.
Le scenografie, anche se
apparentemente semplici, hanno un qualcosa di geniale nella loro immediatezza:
in particolare il momento in cui Cinderella va al ballo in carrozza è un
piccolo gioiello di inventiva e fantasia.
Il corpo di ballo si presenta
festoso, allegro come si conviene a una storia che nulla ha, né vuole avere, di
drammatico, rendendoci partecipi di una festa. Spazia anche in vari contesti
all’interno del balletto mostrando sempre quella freschezza che non lo fa mai
venire a noia.
Le sorellastre e la matrigna sono
interpretati da tre ballerini che, nel loro essere e rimanere maschi, non danno
mai quell’aspetto esageratamente burlesco che diventa, alla lunga, pesante.
Soprattutto nei momenti di pantomima rendono, con il loro modo di fare, tre
personaggi quasi realistici facendo apparire le “donzelle” più come tre
campagnole a cui il denaro non ha dato la classe, piuttosto che tre travestiti.
Per quanto riguarda i primi ballerini
una menzione particolare va proprio a Cinderella che riesce ad essere romantica
e al tempo stesso simpatica proprio come la protagonista di una commedia
musicale senza mai trascendere nel vittimismo che tanto si adatterebbe al
personaggio.
Il Principe è bello e pulito, riesce
a rendere l’idea di essere “il principe” senza oscurare il resto della
compagnia, carico, anche lui come tutti, di un’allegria contagiosa.
Tutto questo per un ora e quaranta,
scarso, di spettacolo che ti porta al divertimento puro, che di questi tempi
non guasta.
Uno spettacolo che consiglio e, per
chi volesse prendermi in parola, potrà ritrovare anche nelle seguenti date:
dal
2 al 6 novembre a Bologna
il
9 novembre a Carpi di Modena
3
e 4 dicembre a Novara
il
6 dicembre a Poggibonsi
il
22 dicembre ad Ivrea
il
9 gennaio a Pesaro
il
20 gennaio a Biella
e
dal 24 al 29 al Parioli di Roma.
giovedì 27 ottobre 2011
Il Savina Caylyn è ancora lì...
Avevo promesso un aggiornamento che, purtroppo, è questo: "Aiutateci, ci stanno torturando. Stiamo morendo, aiutateci", lo ha detto Antonio Verrecchia, direttore di macchine, descrivendo le terribili condizioni in cui sono costretti a vivere gli ostaggi, qualche giorno fa alla trasmissione Chi L'ha Visto di Rai3.
Le condizioni sono ancora più dure per gli altri marittimi italiani che sono stati trasferiti sulla terraferma e che rischiano di essere usati come scudi umani quando vengono avvistati militari in pattugliamento.
Naturalmente, da parte del nostro Ministro degli esteri ancora niente ...
Non dimentichiamoli!!!
Le condizioni sono ancora più dure per gli altri marittimi italiani che sono stati trasferiti sulla terraferma e che rischiano di essere usati come scudi umani quando vengono avvistati militari in pattugliamento.
Naturalmente, da parte del nostro Ministro degli esteri ancora niente ...
Non dimentichiamoli!!!
giovedì 20 ottobre 2011
Un'incazzata tra gli indignati (dedicato a KT)
Tutti siamo a conoscenza degli
scontri che ci sono stati a Roma sabato durante la manifestazione del movimento
detto degli Indignati. Una manifestazione che aveva carattere mondiale e che,
però, solo qui in Italia ha creato così tanti disordini. Cosa curiosa se si
pensa anche al posto in cui tutto questo è avvenuto: Roma non è esattamente una
città scarsamente avvezza a grandi raduni. Io non ero a manifestare, nonostante
penso sia evidente da quello che scrivo il mio condividere le ragioni della
protesta, ma ho assisto a tutto il casino di Piazza San Giovanni guardandolo in
tv. Ed anche in questi giorni ho cercato
di documentarmi guardando e leggendo tutto quello che sono riuscita a trovare
su questi fatti. Tutto questo al fine di trovare una risposta alla domanda che
da sabato mi assillava: PERCHÉ?
Ci tengo a precisare che quanto sto
per esporre sono solo le mie considerazioni del tutto personali e che non ho
alcuna prova a supporto di quanto dico, a parte i video circolati anche in tv e
la mia fantasia.
Intanto vorrei partire dalla
definizione di Black Bloc e, per far questo, vi faccio porre l’attenzione sulla
loro preparazione paramilitare. Al di là della loro incredibile capacità di
infiltrarsi all’interno dei cortei pacifici, avete notato la loro abilità nel
fare il casino più importante là dove c’è la maggior copertura televisiva? Nel
caso di sabato, non è stata la televisione (via satellite per altro così che ci
vedesse il mondo intero, sai mai che riuscissimo ad evitare una figura di …) a correre
verso i disordini, sono stati i disordini ad accadere in Piazza San Giovanni,
dove questa si era già istallata. Naturalmente non hanno cominciato in piazza,
no, ma sono (o si sono) fatti convogliare in piazza. Per riuscire a fare questo
non basta essere un cretino esaltato, no, è necessario essere preparati,
organizzati e guidati: in parole povere, bisogna essere una sorta di piccola
squadriglia militare. Lo hanno detto anche loro: si sono preparati in Grecia.
Ora, il quesito che mi pongo, e che
immagino si faccia un sacco di gente, è il seguente: come hanno potuto questi
mantenersi e provvedere a sé stessi mentre imparavano a fare i vandali urbani?
Possibile che questa gente, che dichiara apertamente di fare il manifestante di
professione, venga solo mantenuta dalle famiglie?
Sinceramente non ci credo. Secondo
me, e ripeto secondo me, hanno ben altre entrate. E intendo dire che c’è
qualcuno che li paga per fare il casino che fanno. Che sia Roma, Atene o
Genova.
Fateci caso: molti di loro neanche
erano italiani, e allora perché non hanno espresso la propria indignazione nei
loro paesi?
Pensandoci bene, credo che i
manifestanti si possano sostanzialmente dividere in tre gruppi: quelli
pacifici, quelli che sono lì apposta per fare danni e le “teste calde” che si
fanno coinvolgere dal primo o dal secondo gruppo a seconda della situazione (in
genere il secondo gruppo è quello che coinvolge più facilmente).
Allora ecco che si ritorna alla mia
prima domanda: PERCHÉ?
Insomma, possibile che questa gente
si sia svegliata ed abbia deciso, così senza un vero motivo apparente, di
venire proprio a Roma? Io, che sono una pazza visionaria paranoica ed anche un
po’ cospirazionista, non riesco a non pensare che qualcuno li abbia chiamati e
che loro si siano, sì alzati una mattina ed abbiano deciso di venire a fare
casino a Roma, ma solo dopo pagamento. Dai, voglio essere complottista fino in
fondo: questi sono dei mercenari.
A questo punto la domanda PERCHÉ?
assume un senso abbastanza chiaro.
Quando sono arrivati in piazza e lì
sono stati messi nella condizione di dare il meglio (o peggio a seconda dei
gusti) di sé hanno dato vita a scene abbastanza grottesche, facendo anche fare
la figura degli incompetenti alle forze dell’ordine. Scusate, ma vi sembra
possibile che un branco di ragazzetti siano meglio preparati delle forze
dell’ordine? In diretta ho visto la famosa scena del blindato dato alle fiamme.
Avete notato che i carabinieri sono riusciti a uscire dalla camionetta e sono
fuggiti praticamente indisturbati? Ho sentito una mia conoscente dire “eh, mica
ci si scaglia contro un collega”. Come dire che gli esagitati fossero in realtà
dei membri delle forze dell’ordine infiltrati. Io questo non lo so, però ho
notato una stranezza. Possibile che due poveretti di carabinieri, in fuga da un
blindato in fiamme, non vengono attaccati da duecento ragazzi? Faccio fatica a
credere che nessuno abbia dato un ordine ben preciso (quello giusto per mia
fortuna perché quei due carabinieri adesso sono dalle loro famiglie).
Dopo i disordini si sono scatenate le
reazioni della politica. Ed ecco che ho cercato ancora la risposta alla mia
solita domanda PERCHÉ?
Naturalmente gli schieramenti
parlamentari hanno cominciato a incolparsi vicendevolmente per quanto accaduto.
Ma non sono le stronzate di parlamentari a interessarmi. Quello che mi ha
incuriosito sono state le reazioni pratiche.
Dal lunedì sono partite le retate
dentro ai centri sociali e nei covi degli anarchici (ma quanti sono esattamente
gli anarchici? Qualcuno si è mai preso la briga di sapere quanti sono?). Dal
lunedì, perché ovviamente la domenica questi bravi ragazzi avevano di meglio da
fare: dovevano andare allo stadio. C’è da dire che non era una partita di
interesse particolare, era solo un derby, quindi perché mai aspettarsi dei
disordini? E, stranamente, non c’è stato alcun problema … Questo per dire, citando nuovamente quella mia
conoscente “che i veri capi mica si devono cercare lì, i veri capi sono molto
più vicini …”
Intanto l’estrema sinistra si è
subito messa a parlare di poliziotti-drughi. Io non sono d’accordo: il
poliziotto-drugo non è quello che si trova in mezzo al casino, bardato come un
cavaliere medievale, a lottare contro un branco di esagitati e la paura, no, il
poliziotto-drugo è quello che sfodera la sua violenza quando può farlo in
condizioni indisturbate, quando può agire senza rischi per se stesso. Il
poliziotto-drugo è quello che uccide un Federico Aldrovandi per intenderci.
Di solito, di fronte a manifestazioni
di piazza violente, il primo risultato che si ottiene visibile, è che la
manifestazione stessa viene messa in cattiva luce. Secondo la teoria per cui fa
più rumore un albero che cade che una finestra che nasce, va da sé, che i
disturbatori fanno comodo a chi vuole discreditare un intero movimento molto
più articolato e complesso. Se poi le cose degenerano fino al “morto” ancora
meglio: i manifestanti pacifici la volta seguente ci penseranno almeno due o
tre volte prima di scendere in piazza, spaventati da quattro idioti.
Questa volta, però, le cose non sono
andate così, perché i manifestanti, quelli veri, si sono schierati a fianco
delle forze dell’ordine. L’operazione non poteva riuscire, del resto era
prevedibile: c’erano troppe piazze coinvolte.
Ed ecco che tornava la mia prima
domanda: PERCHÉ?
Me lo sono chiesto fino a lunedì. Lunedì
il Ministro Maroni e il sindaco Alemanno hanno risposto a questa domanda. Ecco
a voi le misure che saranno adottate, con il plauso di alcuni parlamentari di
sinistra: arresto in flagranza differita, daspo anche per i
cortei, uno specifico reato associativo per chi esercita violenza aggravata
nelle manifestazioni e maggiori tutele giuridiche per gli operatori di polizia,
sospensione di ogni corteo per un mese a Roma. Nella pratica: più difficoltà di
difesa in sede di indagine, pagamento per i cortei, un nuovo reato (stranamente
ancora non si parla del reato di tortura), maggiore impunità per i poliziotti
(c’è da dire che chi si comporta correttamente non ne ha bisogno, ma aiuterà
molto i poliziotti-drughi), ed infine: limitazione del diritto di manifestare.
Leggendo queste disposizioni mi è venuta in mente una frase
tratta dal film “Star Wars III”: è
così che muore la libertà: sotto scroscianti applausi.
Lo vedete anche voi il perché: queste sono prove
tecniche di regime. E forse neanche tanto prove.
Ma se è vero che fa più rumore un albero che cade
rispetto a una foresta che nasce è anche vero che noi respiriamo grazie alla
foresta. Queste prove tecniche non funzioneranno, non ci sperino.
domenica 16 ottobre 2011
La miracola (dedicato a Daniele Groff)
Credo
che tutti noi possiamo associare dei ricordi della nostra vita a canzoni
particolari e quello di cui ti voglio parlare oggi è la colonna sonora di un
piccolo miracolo. Il motivo per cui ho deciso di farlo adesso, senza che ci sia
una qualche ricorrenza particolare, lo capirai alla fine se avrai il tempo e la
voglia di leggere.
Tutto
iniziò nell’estate del 1999: avevo 23 anni ed una vita in brandelli che mi
faceva sentire “sempre strana e confusa”.
Quell’estate
mi trovavo nel nord della Francia per visitare le zone dello sbarco e non so
perché, ma ascoltando Everyday riuscivo a immaginare il soldato americano che,
dalle coste inglesi, scriveva alla fidanzata rimasta a casa in attesa del D
Day, pur consapevole che la canzone non centrasse niente.
Durante
quel viaggio conobbi AD: una ragazzina di 16 con tutte le ansie, le paure e le
insicurezze che solo a 16 anni si possono avere. Ricordo molto bene che io e
quella ragazzina non avevamo quasi nulla in comune, a parte la passione per i
libri, e chiacchierammo ascoltando Variatio 22. Non so dire perché, in fondo
tra me e lei c’erano 7 anni e quasi 400km a dividerci, lei nata a 60 kilometri
dalla Svizzera ed io bolognese doc, ma diventammo amiche. Non so neanche dire
quando, ma diventammo grandi amiche.
Nei
mesi successivi, a dispetto di tutto, quella amicizia crebbe e, quando arrivò
il 2001, AD ed io ci trovammo davanti ai primi grandi cambiamenti. C’erano cose
che non mi piacevano, se mi fossero piaciute sarei stata felice, e per questo
lasciai l’università. Per la seconda volta mi dovevo reinventare una
personalità. Intanto AD diventava maggiorenne e c’erano un sacco di mondi da
esplorare per crescere. Mentre Lory diventava quasi una terza amica, in quel
luglio nacque uno dei miei più grandi
amori, terra tra due fiumi: la mia nipotina.
Nel
frattempo AD cambiava città, scegliendo l’università, e incominciava una nuova
vita “da adulta”. Forse fu proprio allora, quando calò sia la distanza
anagrafica che quella geografica ed iniziarono i primi (e per ora soli)
battibecchi che la nostra amicizia ebbe una svolta, mutuandosi da grande
amicizia in Grande Amicizia, in mezzo a scelte sbagliate cercando amori che
avessero dipinta in blu quell’anima.
Nel
2005 arrivarono altre due grandi evoluzioni per noi: AD conobbe EI, ed io conobbi la seconda ingiustissima
realtà: la storia d’amore in cui credevo finì. Lui andò via, anche se non
sapevo il perché. Ricordo che era un giovedì notte e che mandai un messaggio ad
AD: il pomeriggio seguente era in stazione nella mia città. Prenotammo le ferie
assieme e lei lasciò a casa un fidanzato nuovo di zecca perché, per certe
esperienze, gli uomini o si limitano a uscire dall’mp3, oppure è meglio
incontrarli sul posto. Sfortuna mia: ci fu solo l’mp3.
Quell’estate
Ingiustissima Realtà mi accompagnò come un canto di speranza: non ero più la
ragazza sempre strana e confusa, ero una donna, che nonostante il momento
sapeva che avrebbe rivisto terra e sarebbe volata sopra ogni mistero, ogni
decisione presa contromano. Lei non me lo disse mai, ma sospetto che il suo
compagno di viaggio fosse Buon Compleanno dato che il fidanzato in quei giorni
compiva gli anni a migliaia di kilometri di distanza. Anche se sentiva la
mancanza di EI, non me lo fece mai pesare, perché, se anche sola camminava,
iniziava a camminare con lui.
Qualche
settimana fa ho letto su Facebook che avresti tenuto un concerto vicino a casa
mia. AD ed io non ci abbiamo pensato un minuto: l’occasione di sentire dal vivo
la colonna sonora della nostra amicizia era troppo ghiotta. E poi, detto tra
noi, era di venerdì quindi passare il week end assieme era una grande
opportunità. Inizialmente pensavo che saremmo andate solo noi due, ma EI ho
voluto accompagnarci: negli ultimi sei anni gli sei entrato nelle orecchie.
L’altra
sera abbiamo cantato tutto il tempo e per la prima volta mi sono resa conto di
quanto alcuni canzoni possano essere davvero la colonna sonora di un piccolo
miracolo: due donne lontane nel tempo e nello spazio possono crescere e
maturare diventando Grandi Amiche. Ora che siamo grandi e mostriamo le lacrime
senza vergogna, siamo anche in grado di apprezzarlo.
Dopo lo spettacolo ti ho detto solo grazie, e tu mi hai risposto “grazie a voi per essere venuti al concerto”. No, Daniele, grazie a te: per questi 12 anni, per questo miracolo. In attesa di una nuova grande svolta …
domenica 9 ottobre 2011
Milena la Murena
Tutti gli anni la stessa storia. Con
l’arrivo della stagione dell’acqua calda arrivano anche loro. A volte mi trovo
a sperare che il mare rimanga freddo per non doverli sopportare. È inutile, è
più forte di me: io i terresti non li sopporto proprio. Sono creature inutili.
Non sanno come ci si comporta in un ambiente civile, non hanno un briciolo di
educazione e di rispetto.
Tutte le volte è così: li sento
arrivare con quelle specie di conchiglie enormi che emettono un rumore
assordante e creano un sacco di bolle, come se la cosa non fosse di alcun disturbo
per noi, e quindi si tuffano. Guardare la loro mancanza di stile e di grazie mi
fa rigirare le pinne.
I terrestri non sanno neanche nuotare
bene: al posto delle pinne hanno delle lunghe protuberanze a cui attaccano
delle cose strane simili alle zampe palmate dei volatili di colori assurdi (i
terrestri hanno sempre colori assurdi) e che iniziano a muovere in varie
direzioni in modo scomposto. Nessuno sa come funzionano quelle strane zampe
perché se le mettono solo in acqua. Alcuni miei conoscenti mi hanno assicurato
di aver visto che quando tornano a riva se le tolgono. Devo dire che io sono
abbastanza lontana dai bassi fondi della riva e qui i terrestri arrivano solo
con le protuberanze e le conchiglie.
E poi bisognerebbe discutere del loro
comportamento. Anche quando non sono pericolosi, perché bisogna dirlo a chiare
lettere: i terrestri sono dei predatori ferocissimi, riescono ad essere sempre
e comunque inopportuni.
Intanto bisogna spiegare che queste
creature si dividono in tre categorie: quelli che arrivano giù con il fucile ed
ogni tanto devono riemergere (e sono quelli più pericolosi), quelli che ti
guardano dall’alto (ma io di questi ne ho visti davvero pochi) e quelli che
scendono e ti vengono a spiare e basta. Alcuni di questi hanno anche una strana
roba addosso nella schiena che fa emettere loro tante bolle (sempre quelle
odiose bolle). Devo dire che quelli che fanno le bolle riemergono molto meno di
quelli che non fanno quasi bolle. Con gli anni sono giunta alla conclusione che
fare le bolle serva loro per sopperire alla mancanza delle branchie. Sì perché
bisogna dire dei terrestri che sono pure sprovvisti di branchie, ma che,
nonostante questo handicap, continuano a venire a rompere le pinne a noi creature
che del mare ne siamo i legittimi abitanti. Vorrei vedere se anche noi
cominciassimo a salire a terra e a comportarci come si comportano loro con noi!
Ne ho visti alcuni che sparavano,
dico sparavano, ad un mio cugino non si sa bene per quale motivo. Lui non aveva
fatto niente di male: era uscito dalla mia tana dopo una visita di cortesia e
LORO si sono permessi di fare una cosa del genere. Fortunatamente non l’hanno
preso e sono dovuti tornare in superficie, ma per noi è stato davvero un brutto
colpo, voglio dire: abbiamo sfiorato la tragedia!
Anche quelli che non ci sparano
addosso non sono poi così simpatici. Loro, magari,si sentono buoni e bravi solo
perché non ci fanno del male fisico, ma sono così maleducati! Arrivano con dei
cilindri che emettono una luce fortissima e spiano nelle nostre tane come se a
noi dovesse fare piacere! Ma io dico!!! Ma che modi!!! Io mi permetto forse di
andare in casa loro a guardare dappertutto? Ma qualcuno si è mai preso la briga
di chiedere il permesso?
A me è capitato un paio di volte: una
volta ero in casa, ma stavo uscendo, e loro hanno sparato la luce dentro
facendomi rintanare anche di più per la paura. E loro che hanno continuato come
se niente fosse a illuminare la mia tana cercando, credo,di farmi uscire. Come
se io fossi nata ieri e cascassi facilmente in quei loro trucchetti idioti. Un’altra
volta, invece, ero fuori, stavo rientrando e me li sono trovati davanti alla
mia tana che sparavano dentro la luce. Fortunatamente non avevo nulla di valore
in casa, perché quelli, nella loro ignoranza, sono capaci di distruggere
qualunque cosa, e mi sono nascosta tra le poseidonie sperando di passare
inosservata. Speranza vana: mi hanno puntato la luce contro e mi hanno seguito
con lo sguardo fino a quando non sono andata a nascondermi nell’anfratto più
nascosto della mia tana.
A Otto, il polpo che abita sul
fondale sotto di me, hanno addirittura tolto il tetto dalla tana! E pensare che
lui ci aveva messo almeno due giorni per costruire la sua tana in quel modo e
doveva ancora finire di arredarla! Era proprio depresso, la sua sola
consolazione è stata che non si gli hanno fatto del male. Perché i terrestri
sono capaci di arrivare qui, distruggerti la tana e quindi cercare di
ucciderti. E se provi a difenderti ti senti pure dire che sei un animale
pericoloso! Perché loro cosa sono allora?
Io posso anche capire che la terra
non sia bella come il mare e che anche loro sentano la necessità di godere un
po’ delle nostre meraviglie, ma faccio presente che nessuno di noi è salito in
superficie a guardare il loro modo di vivere. Tutti quelli che sono saliti
l’hanno fatto a causa loro e quasi nessuno è più tornato. E di quei pochi
nessuno è tornato sano. Nella migliore delle ipotesi i superstiti alla terra
arrivano che sono impazziti, ma non hanno problemi fisici. Altrimenti tornano
feriti anche fisicamente, e spesso di questa esperienza ci muoiono. Dicono che
la terra sia un posto orribile dove non è possibile respirare e solo se si
è molto fortunati si sopravvive.
Io credo che sarebbe ora che noi
creature del mare, di fronte a questo scempio, iniziassimo a ribellarci e a
imporre maggiore educazione e rispetto nei nostri confronti.
Arrivano le Baby Stories
Da oggi inserirò anche qualche racconto per bambini: li ho scritti nel corso degli anni per divertimento insieme ai miei nipoti... Fatemi sapere se vi piacciono!
martedì 4 ottobre 2011
Nessuna Pecora, Tutti Leoni
Tutti colpevoli
Nessun colpevole
Tutti meritevoli
Tutti meritevoli
Nessun merito
Tutti vincitori
Nessuna vittoria
Tutti onorati
Tutti onorati
Nessun onore
Tutti debitori
Nessun debito
Tutti sconfitti
Nessuna sconfitta
Tutti sconfitti
Nessuna sconfitta
domenica 2 ottobre 2011
Alla ricerca di ospitalità
Inoltro questa piccola richiesta fatta da una mia amica. Chiunque potesse esserle di aiuto si faccia vivo che vi metterò in contatto.
Potete contattarmi nei commenti qui sotto oppure alla mia mail personale: veliarizzolibenfenati@hotmail.it
Grazie a tutti!!!
Siamo un gruppo di genitori di ragazzi affetti da AUTISMO e stiamo cercando di organizzare week end e soggiorni per loro. Cerchiamo strutture religiose, case per ferie, o ospitalità che non siano troppo costose visto che dobbiamo pagare anche la presenza e l'ospitalità per gli assistenti. Ogni suggerimento o idea sarà graditissima. ♥
giovedì 29 settembre 2011
La politica è come il sesso: chi più ne parla meno ne fa.
Avete sentito la notizia? Sembra che il Bagaglino chiuda. Pare che la sua comicità non possa competere con quella dell’attuale governo.
In effetti in questi ultimi giorni i nostri ministri si sono espressi con tale portata di umorismo che riuscire a seguirli è difficile. Ho deciso di fare ordine. O per lo meno di provarci. Mica è facile: procedo per ordine alfabetico? Cronologico? In base ha chi l’ha sparata più grossa? È un problema; del resto è chiaro che il grosso problema del paese è la stitichezza della nostra classe dirigente: le stronzate da qualche parte devono pur uscire.
Chiedo scusa agli amici che mi leggono dall’estero (so che siete tanti e mi riempite di orgoglio) forse farò fare l’ennesima pessima figura al nostro bel paese, ma questa volta si ride per non piangere.
Quindi, ecco a voi LE PERLE DI SETTEMBRE!!!
Cominciamo dalla frase che ha dato origine al titolo. In piena crisi, con dei problemi bancari che neanche il Callisto Tanzi dei tempi migliori ha mai avuto, l’Italia scopre che per il nostro premier la cosa veramente importante è che “la patonza deve girare”. Non so perché, ma questa ossessione per il sesso e certi mirabolanti racconti circa il numero delle patonze in una notte mi rende sospettosa: non sarà il racconto di un sogno impossibile?
Naturalmente la Chiesa, per voce del cardinale Bagnasco, ha ritenuto giusto spiegare che «I comportamenti licenziosi e le relazioni improprie sono in se stessi negativi e producono un danno sociale a prescindere dalla loro notorietà. Ammorbano l'aria e appesantiscono il cammino comune». Immediatamente tutti i membri (ooops!!!) del PDL si sono schierati in difesa del loro caro leader dichiarando che il cardinale non cita mai il presidente. Non ho capito per quale motivo l’intero paese avrebbe dovuto credere che quelle parole non fossero riferite a qualcun altro: ad esempio, io ho pensato immediatamente che si riferissero a quella licenziosa di Rosy Bindi.
Nel frattempo, sempre perché dalla crisi non si esce in due giorni, il Ministro dell’Economia e delle Finanze (quali?) Giulio Tremonti ci spiega che all’estero siamo visti meglio di quanto non ci vediamo, da soli, in Italia. Ora vi cito qualche titolo di giornale straniero, tanto per capire quanto siamo ben visti all’estero. Per L’International Herald Tribune: If you think America has problem look at Italy (se pensate che l’America ha dei problemi guardate l’Italia). Per Le Figarò: Berlusconi : le scandale permanent discrédite l'Italie (Berlusconi: lo scandalo continuo scredita l'Italia). Secondo il Financial Times “Berlusconi, come Nerone, suona la lira mentre Roma brucia” (la vignetta è davvero carina), mentre per i tedeschi abbiamo rasentato la crisi diplomatica dopo che il nostro premier ha dato della “culona” al loro premier (Silvio, te lo dico con il cuore in mano: se è vero che è la Germania ad averci per li santissimi gabassisi, dare della culona al loro capo del governo non è la mossa più intelligente da fare …). Per questo mi viene da chiedere: Giulietto, se è vero quello che dici, non credi che un esamino di coscienza circa la vostra popolarità potrebbe essere d’uopo?
Ma è meglio non sapere la risposta e procedere: il Ministro dei Beni Culturali Galan ha detto che, da quando è lui ministro, non ci sono più stati tagli alla cultura. In effetti è stata tagliata la cultura in toto, per cui non c’è più niente da tagliare. Sul fatto, poi, che questo dicastero sia in mano a un leghista è meglio che non mi esprima …
Naturalmente non poteva mancare la perla di uno dei miei ministri preferiti, il Ministro per la Pubblica Amministrazione e per l’Innovazione: Renato Brunetta. Secondo questo luminare della semplificazione le imprese non dovrebbero presentare il certificato antimafia per lavorare con la pubblica amministrazione perché, questo certificato sarebbe un fardello. Non capisco perché alcune persone, Rita Borsellino ad esempio, hanno mostrato un certa perplessità. Ieri sera, in risposta a un famoso comico (!) il Ministro della Difesa Ignazio La Russa (Igny hai spiegato a Silvio che “La Russa” è solo il tuo cognome e non la promessa per un cadeau?), che fa il suo mestiere e quindi difende i colleghi, ha spiegato che non s’intende togliere questo certificato, ma solo togliere l’obbligo a presentarlo. Secondo questi due geni dovrebbero essere le pubbliche amministrazioni a dover fare i controlli necessari. Avete capito la battuta? Io ci sono morta dal ridere. Mi spiego: in un clima di austerity, con bilanci più striminziti dei vestiti di Lady GaGa, le pubbliche amministrazioni dovrebbero spendere soldi per controllare che le aziende vincitrici di appalti siano quello che dovrebbero essere e, cioè, oneste. Con i tempi italiani questi controlli verranno fatti a lavori finiti; il che è tutto dire visti i nostri tempi per finire qualunque cosa. A meno che non intendessero dire che dovrebbero essere le aziende a preoccuparsi di non fare affari con delle amministrazioni mafiose …
Ma il punto di forza, la perla Nera, quella rara, di pregio ce l’ha fornita il Ministro dell’ Istruzione, dell’Università e della Ricerca Mariastella Gelmini. Questa comica meravigliosa è riuscita a coprire di ridicolo una scoperta storica e rivoluzionaria: da un premio Nobel siamo passati al premio Ignobel. Ormai saprete che i neutrini vanno forte, ma tanto forte, quasi come Superman: più veloci della luce. Ed ecco a voi il comunicato ufficiale del Ministero.
Rivolgo il mio plauso e le mie più sentite congratulazioni agli autori di un esperimento storico. Sono profondamente grata a tutti i ricercatori italiani che hanno contribuito a questo evento che cambierà il volto della fisica moderna.
Il superamento della velocità della luce è una vittoria epocale per la ricerca scientifica di tutto il mondo.
Alla costruzione del tunnel tra il Cern ed i laboratori del Gran Sasso, attraverso il quale si è svolto l'esperimento, l'Italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile intorno ai 45 milioni di euro.
Inoltre, oggi l'Italia sostiene il Cern con assoluta convinzione, con un contributo di oltre 80 milioni di euro l'anno e gli eventi che stiamo vivendo ci confermano che si tratta di una scelta giusta e lungimirante.
A parte che non sapevo fossimo in gara con la luce (colpa della bolletta?) per cui non mi è molto chiaro contro cosa abbiamo vinto, in questo comunicato c’è qualcosa che non quadra. Cioè: è evidente che o il ministero ha litigato con l’italiano o con il buon senso. Parliamone: è stato costruito un tunnel di 730km da Ginevra al Gran Sasso? Voci di corridoio sostengono che Pisapia avrebbe cercato di rubare la macchina ai neutrini, poi, scoperto che questi la macchina non ce l’hanno, li avrebbe multati per eccesso di velocità! Del resto è risaputo che è bene rallentare quando ci si trova in galleria!
Marystar, ok che di neutrini non ci capisci una cippa, ma un dubbio non ti è venuto? Perché non ci vuole uno scienziato nucleare per capire che, forse, la costruzione un tunnel del genere avrebbe destato qualche problemuccio alla viabilità nostrana (che già non sta benissimo). Scusa, cara, hai provato a chiedere qualcosa al tuo collega Matteoli? Quello che sta alle infrastrutture? Possibile che lui non si sia accorto di un cantiere del genere per mezza Italia? Ma dai, allora non si accorge proprio di nulla, è peggio di Scajola!
Infine, la notizia è di qualche minuto fa, la Camera ha bocciato la sfiducia al Ministro per le Politiche Agricole Romano, indagato per mafia. Questo a me non fa ridere …
Ed ora passiamo ai saluti finali: sempre perché in Italia siamo senza problemi, nei prossimi giorni si tornerà a discutere di legge-bavaglio, che, si sa, è l’unica vera emergenza nel Paese insieme alle intercettazioni e alle Toghe Rosse; quindi chissà che fine farà questo blog. Tutto sommato, sono tranquilla: probabilmente il Parlamento, farà quello che ha fatto da quando si è insediato. Nulla.
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