domenica 24 giugno 2012

Cambiando prospettiva

Guardo nel mondo delle piccole cose.
Penso alla goccia d'acqua che mi disseta e mi chiedo quante persone ha dissetato prima di me.
Vorrei essere pianta per respirare tutta l'anidride carbonica del mondo
Ricerco il jiva in ogni cosa anche se non posso liberarlo.
Salvo la vita a una farfalla e mi sento bene per questo.
Sono una donna fortunata, nonostante tutto.
Amo la vita.
È bello essere un puntino d'infinito dimenticato quando non ci sarò più.
Mi evolvo...


giovedì 14 giugno 2012

Dall'Ucraina alla Siria passando per l'Italia, va ora in onda la bestialità umana

Oggi ho bisogno di buttare giù qualche riflessione di getto. Abbiate pazienza: è un periodo in cui ho poche idee, ma confuse.
In questi giorni sono molto presa da uno dei miei bizzarri progetti ed ho poco tempo per scrivere, questo non significa, però, che non abbia guardato a quello che mi accade intorno. Mi hanno colpito particolarmente tre fatti che mi sembrano indice di quella bestialità che contraddistingue la nostra specie. 



Fatto numero uno: sono cominciati gli Europei di Ucraina e Polonia. In Ucraina, credo per motivi igienici, le autorità hanno deliberato per l'eliminazione di migliaia di cani randagi. L'uomo è fatto così: se ha un problema, lo elimina. Non lo risolve lo elimina. 
Ovviamente sul web si è scatenata una protesta che mi sembrerebbe anche giusta, se non fosse che non ho visto una sola voce di protesta per le violenze a cui è stata sottoposta in carcere Yulia Tymoshenko, ex Primo Ministro, che per denunciarle era arrivata anche allo sciopero della fame. Anzi ho letto anche qualcuno scrivere "Lei se l'è meritato, quei poveri cani no". Bestialità umana appunto: fare del male a un animale è orribile a prescindere, violentare una donna no. Dipende dalle "colpe" di questa donna. 
Ora, io sono assolutamente contraria all'eliminazione dei cani, ma sono altrettanto contraria alla violenza sulle donne. E sinceramente questo distinguo mi lascia non solo allibita, ma anche un po' schifata. Quindi se deciderò di non guardare la finale degli Europei, non sarà a causa di quei poveri cani, sarà a causa di quei poveri cani E di quella donna.

Fatto numero due: in Siria la barbarie prosegue, alcuni soldati sono riusciti ad usare dei BAMBINI come scudi umani e, addirittura a TORTURARLI. Non uso il termine "riusciti" a caso: per me, arrivare a fare tanto è inconcepibile. Non riesco neanche a immaginarlo. Torturare un bambino vuol dire distruggere il suo futuro. L'animale uomo che distrugge il futuro dei suoi cuccioli è una bestia malata. Fa la cosa più orribile che possa fare non solo a quella creatura, ma a tutta la specie. Non mi vergogno a dire che, mentre leggevo quella notizia, sentivo le lacrime di rabbia e impotenza rigarmi le guance. 
Sullo stesso web scandalizzato per i poveri cani ucraini, non una parola di protesta: ecco di nuovo la bestialità umana che si scandalizza per l'ingiustizia nei confronti di esemplari delle altre specie, ma è del tutto incapace di provare empatia nei confronti della propria. 
Con queste premesse non c'è di che essere ottimisti per il nostro futuro. O meglio, forse posso esserlo: ci estingueremo tutti sopraffatti dalla nostra stessa cattiveria.

Fatto numero tre: gli Europei sono cominciati e gli Azzurri riescono a non smentirsi. Nel senso che non smentiscono mai la loro ignoranza. Ho sempre visto tra Cassano e Rubbia un certo numero di differenze, non ultime il numero di neuroni funzionanti nel cervello (credo che Cassano, al limite dello sforzo cerebrale di cui è capace, usi meno neuroni di quelli che usa Rubbia in fase r.e.m.); quindi non mi stupisco che le sue affermazioni siano al limite del proponibile. L'ultima "perla" del noto calciatore ha scatenato il putiferio e lui non ha neanche capito il perché. Ora, io capisco che non si può far tacere una persona solo perché non ha le capacità di mettere insieme soggetto, predicato e complemento in modo logico e razionale ("Se penso quello che dico" è il massimo), ma non riesco proprio a capire perché una persona del genere debba essere presa ad esempio.
A riguardo mi verrebbero da dire un sacco di cose, ma un mio amico l'ha fatto meglio di me. Vi saluto lasciandovi con le sue parole. 



Un commento sull’intervista al Signor Cassano del sig. M.P. 
Può essere che chi usa le parole "finocchio" o "frocio" lo faccia pensando di usare con intento scherzoso un’espressione codificata dall’uso. Infatti in questa spregevole intervista abbiamo sentito cori di risate irrefrenabili scatenate da frizzi e lazzi all’idea che ci possano essere gay nella Nazionale. 

Tutti si sono divertiti; noi gay NO.
Ascoltando l’intervista, sotto sotto ci siamo sentiti dire “puoi essere qualsiasi cosa, puoi saper fare qualsiasi cosa, avere abilità straordinarie, essere addirittura uno degli atleti italiani più straordinari in campo calcistico, ma, se sei gay, cessi di essere altro, e, agli occhi dell'italiano che ti guarda in TV, di quello che intervista, di quello intervistato diventi riassumibile con una risata di disprezzo e una sola parola: gay. 

Francamente io sono abbondantemente stufo di vedere una componente essenziale della mia identità ridotta a oggetto di scherno e ludibrio generale. Ma non è solo questione di gayezza o di coinvolgimento personale: le mie parole vogliono essere di CONDANNA per chi riduce a divertimentino generale anche un’identità che non mi appartiene, per chi perde il “rispetto” per diverso da sé, per i diversamente abili, per gli anziani, per le donne, per gli extracomunitari, per quelli del sud, per quelli del nord, per gli ebrei, per i neri, per i gialli e per i violetti, determinando una pressione psicologia eccessiva e insopportabile su questi soggetti. 

Tornando all’intervista e ai gay, NON DEVE essere incoraggiato con la risata alcun epiteto rivolto alla categoria o per denigrarla o soltanto per divertire chi è esente dalla jattura di essere nato gay. La presa per i fondelli viene assimilata anche dalle nuove generazioni e i bambini, che sghignazzano assieme ai genitori mentre con loro seguono l’intervista, si preparano a perpetuare l'identificazione del gay a essere inferiore, meritevole di condanna o scherno per il solo fatto di esistere.

Superato lo shock di questa intervista, potrei anche pensare: “Chi se ne frega se i miei vicini sperano, come il Signor Cassano, che la Nazionale non sia macchiata dall’onta dovuta alla presenza di atleti gay???” 

Peccato, però, che, prima o poi, i miei vicini (e il Signor Cassano) spengano la televisione, si alzino e vadano a votare.