domenica 21 aprile 2013

Tra politica, Facebook e Schopenhauer: la logica perduta


Qualche giorno fa dicevo di come Facebook sia veicolo di stronzate madornali, ma che passano come grandi verità nascoste. Molte pagine che inizialmente erano nate come informative e di approfondimento, ora si sono trasformate in un ricettacolo di slogan da bar privi di connessioni logiche che fanno solo del qualunquismo. Ce ne sono a decine. Una più divertente dell’altra.
Ora ne mostro una che è veramente spettacolare. Premetto che nasce da una pagina ironica che prende un po’ in giro le altre pagine “serie” che credono di aver capito tutto, ma ho scelto proprio questa per spiegare un po’ come funziona il mio cervello di fronte a certe bufale, più o meno evidenti che siano. Il motivo che ne scelgo una ironica è proprio perché, alla fine della festa, io mi diverto sempre molto di fronte a queste “perle”. In questa pagina si spacciano per seri link che non lo sono, almeno negli interessi degli amministratori, ma che vengono presi seriamente da alcuni. Uno spasso economico che in questi tempi di crisi fanno sempre bene.

In questo caso siamo alla follia (voluta): la logica linguistica e l'uso delle connessioni logiche non sono un'opinione, ma qui se ne fa un uso a dir poco utilitaristico. E dire che certe cose si studiano alla scuola media, quindi non sono certo richiesti chissà quali conoscenze: l'uso dell' ET, della distinzione tra VELL e AUT, l'implicazione e la doppia implicazione. Ovviamente non parlo di chi scrive queste frasi (che sa benissimo cosa sta facendo), ma di chi da loro ragione.
Vediamo quanto c’è scritto nel dettaglio, prendendo un documento che potrebbe essere utile avere in casa: la Costituzione.

Il Presidente della Repubblica è eletto per sette anni.
Trenta giorni prima che scada il termine, il Presidente della Camera dei deputati convoca in seduta comune il Parlamento e i delegati regionali, per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica. 
Se le Camere sono sciolte, o manca meno di tre mesi alla loro cessazione, ha luogo entro quindici giorni dalla riunione delle Camere nuove. Nel frattempo sono prorogati i poteri del Presidente in carica.

Quindi, articolo alla mano, è necessario indire una nuova elezione e, se il presidente viene rieletto, non c'è nulla che non vada. La cosa importante è che ci siano delle elezioni. Cosa che è avvenuta regolarmente. A prescindere dal fatto che il Presidente eletto ci piaccia o no. Se si volesse eliminare la possibilità di rieleggere il Presidente, stando alla lingua italiana, si dovrebbe aggiungere la locuzione "non può essere rieletto il presidente in carica". Cosa questa che sarebbe in contrasto proprio con l’articolo 84 che viene citato subito dopo nell’ immagine:

Può essere eletto Presidente della Repubblica ogni cittadino che abbia compiuto cinquanta anni d'età e goda dei diritti civili e politici.
L'ufficio di Presidente della Repubblica è incompatibile con qualsiasi altra carica.
L'assegno e la dotazione del Presidente sono determinati per legge. 

Non ci vuole molto per capirlo: basta leggere. Escludere il Presidente uscente, significherebbe automaticamente che non potrebbe essere eletto OGNI cittadino. Inoltre è esplicitamente scritto che il Presidente deve aver compiuto 50 anni di età, ma non c’è una sola sillaba che spieghi quanto tempo deve essere trascorso da suddetto compleanno. Chi ha creduto a questa immane corbelleria mi dovrebbe spiegare cosa intende “avere 50 anni” nella sua lucida follia: per esempio, io compio gli anni in settembre, e, poiché il settennato scade in primavera, io non avrò ancora compiuto cinquant’anni nel periodo delle elezioni del presidente, quindi non sarò eleggibile, ma, al settennato seguente, avrò già quasi 57 anni e questo mi renderà comunque ineleggibile. Ecco che viene meno l’articolo 84 secondo cui può essere eletto OGNI cittadino. Questo non è un sofisma, ma è un’analisi di un testo molto chiaro e semplice.
Inoltre la rielezione del Presidente non esclude automaticamente che il Presidente faccia un nuovo giuramento e, perciò, smette di essere il Presidente e torna ad essere il Presidente. Non c’è alcuna somma di cariche. Questa è una forma di pseudologica che non ha fondamento alcuno!
Finito il commento a questo divertente immagine, passo ora ad una seconda, stupenda, ma considerata, purtroppo, seria. Questa:



Ora, qui, apparentemente non ci sarebbe niente da dire, se non fosse che siamo, appunto, di fronte al solito slogan privo di argomentazioni. Va benissimo ragionare un po’ di pancia, ma bisognerebbe utilizzare anche qualche organo.
Dimostrare allo Stato come si spendono i soldi è una cosa diffusa in tutti i Paesi: in America, ad esempio, si può scaricare dalle tasse tutto. Questo implica che il fisco può controllare ogni singola spesa e tassare di conseguenza. Non è esattamente una violazione della privacy, è un “semplice” modo per valutare i redditi e quindi imporre le tasse. Pretendere che lo Stato dica come spende i soldi prelevati ai cittadini con le tasse, può essere legittimo, anzi credo che lo sia. Ma pensare che una cosa debba escludere l’altra è un errore logico che non ha riscontro alcuno con la normale dialettica.
Finisco con citare un filosofo in una sua opera considerata minore: Schopenhauer e la sua “L’Arte di Ottenere Ragione”. Personalmente credo che stia facendo danni inestimabili nel normale dialogo tra le persone e parlerò di questa mia idea in modo più dettagliato quando avrò tempo per scriverne, ora voglio solo citarne un pezzetto. Deve essere lo Stratagemma 29: in esso si spiega che, di fronte a un’argomentazione corretta e inappuntabile, per riuscire ad avere ragione, si porta la disputa su un argomento alla prima correlata, ma solo apparentemente logicamente ad essa connessa. Come rispondere alla frase “Tizio si è comportato male con Caio” con un “ma Caio ha fatto di peggio con Sempronio” e pensare che questo scagioni Tizio. No, non è così: l’errore di Tizio non giustifica Caio e quello di Caio non giustifica Tizio, perché poi, alla fine, del povero Sempronio non gliene frega niente a nessuno.

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